Numero Unico
Il saluto del Cappellano
Cari allievi del 113° Corso,
oggi, nella società, si sentono molte voci, che hanno la pretesa di proposte vitali da fare all'uomo.
Quelle che ieri erano battaglie di strateghi, diplomazie segrete o discussioni tra professori universitari, oggi sono argomenti di pubblico dominio. I valori che ieri erano riconosciuti da tutti, oggi sono messi in dubbio e guardati con sospetto. Ognuno parla e le parole diventano manovre più che comunicazione, aggressione più che dialogo.
In questo travagliato clima sociale del nostro tempo, in questo particolare vostro momento di distacco da mamma S.M.Alp., il mio saluto a voi tutti vuole essere una semplice parola di speranza, di ottimismo, di certezza.
Non lasciatevi sopraffare dai dubbi sistematici del nostro tempo!
Anche se non dobbiamo imporre tutti i nostri modi di vedere alle nuove generazioni, ai più giovani, dobbiamo però farli entrare in una storia che non comincia con loro e che è ricca di una eredità che non deve andare perduta.
Sappiamo conservare in noi ed attorno a noi i valori etici che hanno dato solidità alle persone ed ai gruppi sociali di ieri: la verità, la fedeltà alla Parola data, il rispetto dell'altro, l'amore come servizio al prossimo, lo spirito di sacrificio, la coerenza con quello che siamo.
La seppienza antica diceva: "diventa ciò che sei", anch'io ora rinnovo a tutti voi questo augurio: "diventate ciò che siete".
Siate gli eredi di una millenaria civiltà cristiana
Nel vostro servizio di domani da ufficiali tenete sempre presente queste parole: la nostra società nasce da duemila anni di cristianesimo. I valori cristiani non vanno oggi emarginati; vanno caso mai vissuti con più coerenza, con più autenticità e con maggiore purezza.
E' il mio augurio sincero per il vostro servizio di domani agli alpini che vi verranno affidati.
con affetto
il vostro Cappellano
don Giò